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Affitti Brevi: Le Nuove Regole a Partire dal 2024

Il panorama degli affitti brevi subirà importanti cambiamenti a partire dal 1° gennaio 2024, con una serie di novità che coinvolgeranno proprietari e locatari. Queste modifiche sono state introdotte in risposta alle crescenti pressioni da parte dei sindaci e mirano a regolamentare ulteriormente questo settore in rapida espansione. Vediamo insieme cosa cambierà.

Aumento delle Aliquote Fiscali Uno dei principali cambiamenti riguarda le aliquote fiscali. A partire dal 1° gennaio 2024, l’aliquota per la cedolare secca sugli affitti brevi aumenterà dal 21% al 26%. Questo aumento si applicherà a chi mette in locazione non meno di due immobili, mentre chi concede in locazione una sola casa continuerà a beneficiare dell’aliquota più bassa. È importante notare che se si possiedono due o più immobili destinati all’affitto breve, il prelievo fiscale del 26% sarà applicato a tutte le abitazioni, compresa la prima. Questo significa che i proprietari dovranno pagare una percentuale superiore rispetto agli affitti a lungo termine, che sono soggetti a un prelievo fiscale fisso del 21%, indipendentemente dal numero di proprietà coinvolte.

Imposte per chi Possiede Cinque o più Abitazioni Per chi possiede cinque o più abitazioni destinate agli affitti brevi, non sarà applicata la cedolare secca. Invece, si procederà con la tassazione Irpef marginale, che rappresenta la percentuale più elevata prevista per ciascun reddito e verrà calcolata sul 95% dei canoni. Questa modifica potrebbe comportare un notevole aggravio fiscale, soprattutto per i proprietari con redditi elevati. Inoltre, sarà necessario pagare l’imposta di registro, calcolata al 2% del canone annuo.

L’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin) Una delle novità più significative a partire dal 2024 sarà l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin). Questo codice sarà utilizzato per censire e monitorare appartamenti, strutture e stanze affittate a fini turistici, al fine di contrastare le irregolarità nel settore degli affitti brevi. Chiunque affitti una stanza o un immobile per brevi periodi (fino a 30 giorni) a fini turistici dovrà esporre il Cin all’interno dell’edificio e indicarlo negli annunci utilizzati per promuoverlo. Questa regola si applica anche ai titolari di strutture alberghiere o extra-alberghiere. Chi non rispetta questa disposizione potrà essere sanzionato con multe che vanno da 800 a 8.000 euro, a seconda delle dimensioni dell’immobile. Il Cin dovrà essere richiesto attraverso una procedura telematica presso il Ministero del Turismo e sarà esposto dagli intermediari e dai portali specializzati.

Controllo delle Autorità L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza saranno incaricate di monitorare il rispetto di questa nuova regola. Utilizzeranno tecnologie avanzate per individuare coloro che concedono in locazione unità immobiliari a uso abitativo senza il Cin. Le sanzioni per chi ha ottenuto la certificazione ma non espone l’avviso possono variare da 500 a 5.000 euro.

Requisiti di Sicurezza per gli Affitti Imprenditoriali Infine, chi affitterà in forma imprenditoriale, ovvero possiede più di quattro immobili destinati agli affitti brevi, dovrà garantire che gli immobili rispettino i requisiti legali di sicurezza per gli impianti e implementare sistemi di rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio. La violazione di queste norme può comportare sanzioni pecuniarie che vanno da 600 a 6.000 euro.

In sintesi, a partire dal 2024, gli affitti brevi saranno soggetti a imposte più elevate, una maggiore regolamentazione e l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin) per combattere le irregolarità nel settore. I proprietari e gli operatori nel settore degli affitti brevi dovranno prestare attenzione a queste nuove regole e assicurarsi di essere conformi alle disposizioni normative per evitare sanzioni e multe.

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