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Con la cedolare secca sconto medio per i contribuenti al 22,6%, tasse su affitti più basse in Europa

L’aliquota al 20% che sembra aver prevalso nella giostra di ipotesi che hanno accompagnato i lavori preparatori della cedolare secca alza la convenienza del nuovo regime per i proprietari immobiliari, e anche la posta della scommessa anti-evasione collegata alla nuova “tassa piatta” sugli affitti.

Il 20% «tutto compreso» amplia la platea dei proprietari che a partire dall’anno prossimo troveranno conveniente scegliere il nuovo regime, facendole abbracciare tutti i canoni di mercato presenti in Italia. Anche per i canoni concordati, a cui l’attuale regime riconosce un forte sconto sull’imponibile, sarà difficile sopravvivere al confronto con il nuovo prelievo.

Oggi le richieste del fisco sulle locazioni sono tassate in base all’aliquota marginale Irpef, applicata sull’85% del canone, per cui dipendono dal reddito del proprietario: in media gli italiani che danno in affitto una casa pagano all’erario il 30,4% dell’entrata per cui il nuovo prelievo, che si applicherà sull’intero canone (senza lo sconto a forfait del 15% che oggi ripaga il proprietario per le spese di manutenzione), determina uno sconto medio del 22,6% rispetto al vecchio regime.

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