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ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA

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Sulla costa di Porto Cesareo il mare è poesia, ispirazione, musica. Ecco come i suoi riflessi turchesi, i tramonti infuocati, le spiagge delle torri costiere, da Torre Squillace a Torre Lapillo, hanno ispirato Mogol e Battisti, Fabio Concato e Biagio Antonacci

TESTI Carmen Mancarella * FOTOGRAFIE Antonino Bertuccio/Sime

La luce cala puntuale sulla vecchia torre a mare e incendia l’acqua azzurra, l’acqua chiara nella terra dove batte sempre il sole. Tre passaggi di canzoni famose raccontano quanto le spiagge di Porto Cesareo, le sue torri, il colore trasparente del mare abbiano ispirato autori e cantautori. Fiore di Maggio di Fabio Concato, Non vivo più senza te di Biagio Antonacci, in cui si fa riferimento ai tramonti sulle torri di Porto Cesareo, e poi Acqua azzurra, acqua chiara, la canzone più famosa nata da queste parti, cantata live da Lucio Battisti per la prima volta il 15 aprile del 1969 e diventata un successo planetario. Il testo si ispira alle trasparenze della bella baia di Li Scianuli, presso Torre Squillace, nei dintorni di Porto Cesareo. Qui Giulio Rapetti Mogol, sul finire de-gli anni 60, acquistò una villa di fronte al mare e trascorse più di un’estate, spesso raggiunto da Lucio Battisti. Frequentavano il bar Eden, a Porto Cesareo: era una rotonda sul mare, oggi è un noto ristorante «Acqua azzurra, acqua chiara è nata in quei luoghi», ha riferito Alfredo, figlio di Mogol, presentando il suo libro Scrivere una canzone. «Io avevo cinque anni e pensavo solo a fare il bagno e a giocare.

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Non avevo la più pallida idea che quel ragazzo, Lucio, ospite di mio padre, sarebbe diventato un mito della canzone italiana». All’ombra di Torre Squillace, nella piccola baia l’acqua è quasi sempre calma e sulla sabbia crescono ginepri coccoloni, mirti e scille, piante grasse dai brillanti fiori violacei da cui prende nome la torre. Poco più avanti, nella baia di Li Scianuli, sgorgano sorgenti d’acqua dolce che mantengono il mare sempre limpido e fresco. D’estate, è frequentata da chi ama la spiaggia libera e si tiene lontano dalla confusione. Non sono però tutte rose e fiori. Questa è una zona ad alto pregio ambientale e naturalistico, con il mare inserito di recente nella zona A dell’Area marina protetta, e la costa che fa parte del Parco regionale Palude del Conte e Dune costiere. Eppure dagli anni 60 sono arrivate colate di cemento, tanto da indurre lo stesso Mogol a vendere la sua villa. In tempi più recenti si è cercato di rimediare con demolizioni e sequestri.

LA LITORANEA, UN FIL ROUGE TRA CALETTE E TORRI

La bellezza dei luoghi è però rimasta intatta: i fiori bianchi di piantaggine sfiorano delicatamente l’acqua, la malva arborea dipinge di viola le dune. Le più belle insenature nei pressi di Porto Cesareo si raggiungono con la litoranea che affianca la costa ionica da Taranto a Gallipoli, inoltrandosi poi per strade secondarie spesso sconnesse. Le due calette di Li Scianuli e Torre Squillace si adagiano placide, con l’acqua immobile, la spiaggia

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appena una lingua di sabbia del colore del deserto. Proseguendo s’incontra la penisola della Strea, da cui si può ammirare tutta la costa est di Porto Cesareo. Poco più avanti sono stati rinvenuti i resti di un villaggio medievale: una struttura semisommersa, due tombe e le rovine di una torre.

TUFFI E BAGNI TRA RESTI ARCHEOLOGICI

Il modo migliore per visitare questa costa ricca di tesori della natura e della storia è imbarcarsi dal porticciolo di Porto Cesareo. Prima tappa l’isola dei Conigli, poi si costeggiano i lidi vacanzieri di Torre Lapillo per vedere a occhio nudo, ad appena cinque metri di profondità, le quattro colonne romane di marmo cipollino, naufragate con la nave romana che le trasportava verso la costa ionica. Erano destinate alla costruzione di un tempio o a una ricca villa romana. In questo tratto di mare, dove nell’antichità classica si svolgevano intensi traffici, è stato rinvenuto da alcuni pescatori anche il secondo esemplare al mondo della statuina in bronzo di Thot, il dio egizio della morte.

ALTE DUNE RICOPERTE DI MACCHIA MEDITERRANEA

In barca si arriva quindi a lambire le spiagge di Riva degli Angeli e di Punta Prosciutto, rimaste intatte: alte dune ricoperte di macchia mediterranea e sabbia dove le mareggiate depositano conchiglie rosa Immergendosi si scoprono fondali marini ricchi di formazioni coralligene e grotte, alcune con i “tetti” che sfiorano la superficie del mare. Ci si può anche divertire a individuare i luoghi che hanno ispirato le canzoni dedicate a questo tratto di costa salentina. Nel centro di Porto Cesareo, davanti a Torre Cesarea, si trova l’isolotto dello Scoglio, che torna in Fiori di maggio, dedicata da Fabio Concato alla figlia. «Tu che sei nata dove c’è sempre il sole, sopra uno scoglio che ci si può tuffare…». Invece, per ammirare il tramonto sulla vecchia torre a mare cui fa cenno Biagio Antonacci in Non vivo più senza te, occorre recarsi a Torre Lapillo, con i lidi attrezzati che offrono di tutto, di giorno come di notte. Al tramonto il sole infuocato si tuffa, prima rosso e poi arancione, dietro la torre costiera. E l’acqua azzurra, l’acqua chiara si incendia, dando vita a uno spettacolo unico.

Bell’Italia – EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

La villa sul mare di Torre Squillace (Nardò, Salento) e nella quale è nata la famosa canzone “Acqua Azzurra Acqua Chiara” di Mogol e Battisti è ora in vendita. Clicca qui per le info sulla villa in vendita 

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